lunedì 6 dicembre 2010

BELLA DENTRO (fuori non ce l'ho fatta)


Teatro
Graffiante, ironica, profetica, Grazia Scuccimarra porta in scena un altro spettacolo di successo
Elena Ribet
L’Italia sarebbe migliore se avessimo Grazia Scuccimarra in prima serata a reti unificate, pubbliche e private, almeno una volta al mese. Invece facciamo la fila in teatro per vederla, sì, proprio la fila, perché lo spettacolo BELLA DENTRO ha registrato il pienone per tutta la programmazione di novembre al Teatro dei Satiri di Roma.
Non ci si annoia mai a sentirla parlare, mentre lei ci spiattella in faccia la realtà, senza elusioni, strappandoci una risata anche nella desolazione in cui viviamo. Senza risparmiare nessuno: uomini e donne, poteri e debolezze, sondando tutte le dimensioni dell’esistenza, dal lavoro alle relazioni, dagli alti ideali alle mediocrità; con la sua satira la Dottoressa Scuccimarra ci fa a pezzi e poi ci ricuce insieme migliori di prima. Altro che chirurgia plastica.
Troppo scomoda per la televisione, dove oltre che bucare lo schermo bucherebbe le ipocrisie del nostro tempo, Grazia Scuccimarra non si nega al suo pubblico e ci regala un’esibizione unica, imperdibile, liberatoria.
Qualche giorno fa le abbiamo chiesto come sta andando, e lei ha risposto “Benissimo, trionfale, meglio degli altri anni! Nonostante la crisi…”.
Si vede che c’è proprio sete di sentire la voce di questa grande artista, autrice e, diciamolo, anche acuta opinionista, che ha saputo leggere e interpretare con largo anticipo i segnali del decadimento (e non parliamo di quello estetico né di quello esteriore).
Che succede alla cultura nel nostro Paese?
“La cultura… è crollata, come la Domus dei gladiatori di Pompei. L’Italia sta così, nello spettacolo come dappertutto. Il problema del berlusconismo non è tanto lui, quanto i danni che ha portato a questa società e i cui effetti sono perduranti, vedi la mentalità diffusa che si è formata.” Certo anche noi abbiamo delle responsabilità, e non basta “staccare la tv e non leggere i libri e le riviste editi dal cavaliere” (cioè quasi tutto quel che c’è in circolazione nelle edicole e nelle librerie).
Responsabili un po’ lo siamo, ma abbiamo avuto davvero la libertà di scegliere e di ascoltare idee e valori diversi? O forse siamo stati totalmente incantati e sedotti da un’ipnosi collettiva?
Come dice Grazia Scuccimarra, “non stiamo ancora vedendo la fine di Berlusconi, non può permettersi di cadere… non lo fanno cadere perché non hanno individuato il sito dove buttare le scorie”. Ciò che sta accadendo dovrebbe indurre la gente a fare un sit-in permanente, in piazza, a rotazione. Anche per anni. Ci andrebbe una protesta forte, una mobilitazione di massa. Chiediamo a Grazia una nota positiva.
“Una speranza per ora non la vedo… magari dietro l’angolo ci sarà un rigurgito di dignità, me lo auguro, altrimenti non c’è niente da fare. Ma la dignità fa parte di quei sentimenti che si sono persi. Forse nei giovani, ecco, spero nella generazione dei ventenni e dei trentenni, insomma in quella generazione che vive nella precarietà globale. Sì, spero proprio in quelli che oggi si chiamano ‘precari’. Poi, occorre che si torni a una politica per la scuola di ogni ordine e grado, per la quale impiegherei la maggior parte delle risorse della finanziaria. Solo la scuola può salvare questa società dalla morte alla quale la stanno condannando.”

(6 dicembre 2010)

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