domenica 30 settembre 2012

LA MIA LOTTA CONTRO I MULINI A VENTO

Quanti di noi spesso si sentono sfiduciati e delusi per una vita spesa lottando come “Don Chisciotte contro i mulini a vento”, ma ancora con tanto voglia di farsi sentire e portare avanti gli ideali di giustizia e libertà nei quali non abbiamo mai smesso di credere . Sono nata alla fine del conflitto mondiale, ho avuto i benefici del boom economico , infatti, pur essendo figlia di un piccolo imprenditore , ho potuto studiare e godere di una certa stabilità economica. Percorrendo la storia della nostra giovane democrazia, ho cercando di superare con difficoltà e spesso con accese lotte, gli ostacoli posti da una famiglia e da una società bigotta e conservatrice , che imponevano il proseguimento dei loro schemi culturali. Questo conflitto generazionale, culminato con le contestazioni del 68, hanno rappresentato il punto di partenza del mio impegno politico e sociale, prima da studentessa e poi da insegnante. Mi sono consumata i piedi e la voce nelle numerose manifestazioni, per i diritti degli studenti, per il divorzio, per aborto, per la riforma del diritto di famiglia, in difesa dei miei diritti di donna e del posto di lavoro, in verità battaglie vinte, anche se con fatica. Nelle piazze gli scontri con le fazioni di destra spesso degeneravano con azioni violente e abbiamo preso botte e denuncie, siamo stati considerati delle teste calde e questo ci ha creato non pochi problemi. Abbiamo resistito, ma gli anni bui del terrorismo ci hanno relegati per alcuni anni nel privato. Dopo la sconfitta del terrorismo, abbiamo ripreso il cammino, la situazione politica era mutata e la destra trova il varco per conquistare la gestione dello Stato con l’aiuto dei mezzi di comunicazione, in particolare della televisione commerciale, ma sopratutto perchè noi di sinistra non siamo stati costanti nella vigilanza e nella difesa dei valori costituzionali. Si affermano così, con la collaborazione della maggioranza della popolazione italiana, nuovi valori e stili di vita basati sull’arrivismo e l’arricchimento personale, rinnegando, e in parte cancellando, gli ideali di giustizia sociale, di solidarietà e di crescita culturale, così faticosamente conquistati. Il denaro è diventato l’unico valore , diventare ricchi e potenti è il solo obiettivo da raggiungere anche calpestando valori di umanità e giustizia sociale, se timidamente cercavi di affermare che i valori erano altri, venivi considerata una persona fuori dal tempo che va contro corrente, non facente parte del gruppo dei vincenti, ma una idealista perdente. Per chi ha creduto per tutta la vita nel socialismo e nell’equità sociale questo ha rappresentato una cocente sconfitta. Tutto ciò non deve produrre rassegnazione, questo l’ho dobbiamo alle nuove generazioni, siamo noi che dobbiamo e possiamo aiutarli, riscoprendo i valori genuini della nostra giovinezza e mettendoci a fianco dei nostri figli e nipoti in marcia per migliorare la situazione politica, economica e sociale del nostro Paese.. PIERA REPICI Roma,30/09/2012

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