Non è un paese per donne "Il nostro paese sottolinea a parole il valore della famiglia, ma non fa granchè per sostenerlo effettivamente..."
lunedì 30 agosto 2010
La via femminile al Potere.
Tiziana Bartolini
Che l’autunno si prospetti ‘caldo’ è un’ipotesi, che sarà problematico è una certezza. La crisi che si è prodotta nel governo Berlusconi con l’uscita dal PdL di Fini e dei parlamentari che hanno dato vita a ‘Futuro e libertà’ avrà ripercussioni notevoli, e tutte da sperimentare, sul versante politico. I prossimi passaggi ci diranno se si tratta di un assestamento di potere interno al centrodestra o se, invece, si è avviato un mutamento genetico del quadro politico destinato ad aprire la strada alla ‘terza Repubblica’, o a qualcosa di simile. In tanto sommovimento, come donne che facciamo, che diciamo? Siamo molto indaffarate tra femminicidi incessanti, calo dell’occupazione e dei redditi di contro al prolungamento della vita lavorativa. Non bastasse già questo, ci dobbiamo anche sobbarcare l’onere di contrastare continui tentativi di rimettere in discussione leggi o posizioni conquistate. La fatica è ancora più gravosa quando le firme in calce a proposte di legge o circolari ministeriali sono di genere femminile. Si dirà che le donne non hanno mai avuto una posizione univoca e che anche in passato, di fronte alle lotte per il divorzio o per la regolamentazione dell’aborto, non erano poche le voci dissenzienti. La novità, mi pare, è che oggi quelle voci si sono fatte più minacciose in forza dei ruoli di potere da cui provengono. Quelle che ieri erano opinioni ora diventano atti di governo, nazionale o territoriale. Di fronte a questo cambio di passo è sufficiente riorganizzare le fila di un movimento di donne avendo come riferimento le esperienze passate? Possiamo affidare solo a facebook il compito di rinnovare linguaggi e metodi? La questione mi pare essere più complessa e riguarda, nel profondo, l’idea della Politica e del Potere e di come il pensiero femminile si pone in relazione interna ed esterna a queste dimensioni. Sono tante, anzi troppe, le donne che hanno accettato le ‘regole del gioco’ (maschili) per ottenere un posto, una candidatura o un seggio. Sono tante, anzi troppe, le donne che non si sono sottomesse a queste logiche. E il ‘sistema’ le ha espulse. Ma quale è una o la via ‘femminile’ al potere? Abbiamo discusso di quote, ma non di come riconoscere, promuovere, sollecitare il femminile al comando e le (poche) donne che hanno infranto il soffitto di cristallo o imitano pensieri e metodi maschili o appaiono smarrite o sono ininfluenti. È arrivato il momento di fare un po’ di ordine e di spiegarci - da un punto di vista di genere - quello che proprio non va bene e di chiedere conto di quello che dicono e fanno alle donne ‘che decidono’. Nella politica e non solo. È positivo che una donna sia presidente di Confindustria se non pensa e agisce diversamente da chi l’ha preceduta? Facciamoci la domanda e diamoci una risposta. Tanto per capire da dove dobbiamo ri-partire, anche considerando la crisi globale e il nuovo indispensabile per superarla.
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Possiamo affidare solo a facebook il compito di rinnovare linguaggi e metodi? La questione mi pare essere più complessa e riguarda, nel profondo, l’idea della Politica e del Potere e di come il pensiero femminile si pone in relazione interna ed esterna a queste dimensioni. Sono tante, anzi troppe, le donne che hanno accettato le ‘rego...le del gioco’ (maschili) per ottenere un posto, una candidatura o un seggio. Sono tante, anzi troppe, le donne che non si sono sottomesse a queste logiche. E il ‘sistema’ le ha espulse. Ma quale è una o la via ‘femminile’ al potere? Abbiamo discusso di quote, ma non di come riconoscere, promuovere, sollecitare il femminile al comando e le (poche) donne che hanno infranto il soffitto di cristallo o imitano pensieri e metodi maschili o appaiono smarrite o sono ininfluenti.
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