lunedì 25 aprile 2011

LE DONNE e la FESTA DELLA LIBERAZIONE

25 aprile 2011: LE DONNE e la FESTA DELLA LIBERAZIONE (non della libertà), data importante anche per le donne
Democrazia, uguaglianza e limiti. Intervista a Rosanna Oliva
Rosanna Oliva ha ottenuto il riconoscimento di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana ed il Premio Minerva 20100 per l’uguaglianza di genere, in virtù dei suoi trascorsi in difesa dei diritti sanciti dalla Carta costituzionale ed in particolare per i diritti delle donne.
In particolare le donne hanno delle ragioni per ricordare la Liberazione?
"La data del 25 aprile ricorda la nascita della nostra democrazia repubblicana, e questo 66° anniversario della Liberazione mi sembra particolarmente significativo perché dall’anno scorso c’è stato un grande fermento nel movimento delle donne, culminato il 13 febbraio nelle manifestazioni di Se non ora quando, che hanno visto donne e uomini di tutte le età dimostrare in 230 piazze d’Italia ed anche all’estero per un cambiamento, una svolta, ritenuta necessaria per la nostra democrazia.
Quest’anno la coincidenza con le festività religiose, sia la Pasqua degli ebrei che quella cristiana, collega la festa della Liberazione e la voglia di cambiamento tanto diffusa oggi in Italia con il tema del “passaggio”, o della “rinascita”.
La coincidenza della Festa della Liberazione con la Pasquetta è invece stata utilizzata dal Governo italiano per oscurare completamente l’anniversario della Liberazione. Per fortuna ci pensa il Presidente della Repubblica, che, alla presenza dei Ministri dell'Interno e della Difesa e delle massime autorità civili e militari, deporrà una corona d'alloro al Monumento del Milite Ignoto e consegnerà la Medaglia d'Oro al Merito Civile alla memoria di Mario Pucci, un giovane di venti anni barbaramente ucciso a Firenze il 13 giugno 1938. Non meraviglia l’assenza del Presidente del Consiglio all’unica cerimonia nazionale ufficiale, né la mancanza di ogni notizia sul sito del Governo, che pubblica gli auguri inviati al Papa per la Pasqua e notizie di altre celebrazioni, ma non accenna in alcun modo alla ricorrenza del 25 aprile. E’ lo stesso governo costretto a barcamenarsi al proprio interno tra opposte fazioni, come, ad esempio, per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Lo stesso governo che l’anno scorso, attraverso le parole del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Interno ha tentato di modificare il tema del 25 aprile, parlando di Festa della Libertà e non della Liberazione. L’anno scorso questo indegno tentativo mi ispirò a scrivere un post su Aspettare stanca, intitolato '25 aprile Festa della Liberazione o della Liberta?'. Quelle riflessioni sono di tremenda attualità anche oggi.
Il tentativo mal riuscito dell’anno scorso suscita ancora preoccupazioni, perché segnale di come chi oggi è al potere combatta in ogni modo la base ideologica stessa dei nostri Costituenti: la democrazia fondata sull’uguaglianza, e non sulla sola libertà individuale, principio ispiratore del liberalismo.
Uguaglianza, una parola non a caso oggi avversata, che costituisce proprio l’argine a difesa di pericolose involuzioni verso un ordinamento non democratico.
Come sostenuto da Calamandrei, “liberalismo e democrazia non sempre si possono facilmente distinguere, perché rappresentano due momenti della stessa lotta contro lo Stato assoluto. Il quale, come Stato senza limiti, offende la libertà, ma, come Stato fondato sul rango, sui privilegi di ceto, sulla distinzione dei cittadini in diversi stati con diversi diritti e doveri, offende l'eguaglianza.“
E troviamo in quanto scrive Calamandrei, la terza parola chiave, per non contrapporre uguaglianza e libertà: la parola “limiti".
Il 66° anniversario della Festa della Liberazione ci ricorda ancora una volta la nascita della nostra democrazia repubblicana, grazie alla quale noi donne italiane oggi siamo arrivate a questo “passaggio”, o “rinascita”, come volete: va comunque bene.
L’augurio per il 25 aprile 2011: trovarci unite in difesa della democrazia paritaria e consapevoli, donne e uomini, dell’importanza del momento che stiamo vivendo".

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