venerdì 27 agosto 2010

Il lavoro (nero) di casa



Alle donne continua ad essere assegnato un ruolo prevalentemente domestico-assistenziale
Gianna Morselli
In una trasmissione televisiva, fascia mattutina, scopriamo che la signora Maria impiega più o meno 200 ore all'anno per stirare gli indumenti del suo nucleo familiare, cinque settimane lavorative, ovviamente a titolo gratuito e, se vogliamo essere sarcastiche, nemmeno pagate “in nero”.
Ma c'è di più, il suggerimento, che è scaturito, è veramente illuminante su come manchi completamente la consapevolezza, in generale, della gravità di certe affermazioni. Il consiglio sicuramente dato a fin di bene, per le tasche delle famiglie italiane, è stato quello di stirare la sera dopo le 20 e nei giorni festivi, la tariffa elettrica in quelle fasce, a partire da questo mese, costerà meno e si potranno risparmiare ben cinque euro!
Care signore, non basta che si lavori otto ore al giorno ma per finire in bellezza una giornata di meritato sfruttamento, abbiamo il privilegio di continuare a lavorare “ in nero” anche la sera dopo avere preparato la cena, lavato i piatti e riassettato. Se poi vi annoiate il sabato e la domenica potete impiegare il tempo stirando, oppure riempire la lavatrice più volte perchè potrete in questo modo risparmiare sulla bolletta dell'elettricità. Mi rendo conto che questo è solo un piccolo esempio, anche banale, su come veniamo considerate noi donne ma se iniziate ad osservare e ad ascoltare con occhi e orecchie in maniera oggettiva i messaggi che ossessivamente ci vengono somministrati da mamma TV vi accorgerete come ci venga instillato chirurgicamente il concetto che il nostro ruolo è prevalentemente di servizio: domestico-assistenziale, ovviamente senza percepire alcun compenso. La nostra natura, ci viene insegnato fin dalla più tenera età, è costituita da un prorompente e impulsivo bisogno di prendersi cura di tutto ciò che ci circonda e in modo particolare della casa, di un marito, genitori anziani ed eventuali figli , senza dimenticare i nostri amici a quattro zampe. Oltre a questo, quando si è cresciute, ci viene suggerito che dobbiamo essere sempre raggianti, in ordine, truccate e pronte all'amplesso. Sul lavoro poi dobbiamo dimostrare che ci meritiamo lo stipendio che ci viene concesso, anche se a pari lavoro un uomo guadagna mediamente il 30% in più di noi. Eppure nonostante tutto queste ingiustizie di genere, continuo a pensare che siamo noi la parte propulsiva del genere umano! Ma allo stesso tempo comincio fortemente a tentennare sulla capacità delle donne di rendersene conto!


(23 agosto 2010)

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