Non è un paese per donne "Il nostro paese sottolinea a parole il valore della famiglia, ma non fa granchè per sostenerlo effettivamente..."
giovedì 12 luglio 2012
VITE SPEZZATE; VITE CANCELLATE
---Non possiamo più aspettare. E’ un grave allarme sociale ma chi nelle istituzioni è davvero deciso a fermare il massacro?
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71 donne uccise da uomini violenti, decine di altre vittime
“collaterali” dall’inizio dell’anno
Oggi è ancora Femminicidio
vite spezzate vite cancellate ancora quante?
Avevamo parlato di escalation. Quattro donne in tre giorni. Ogni giorno a orrore si aggiunge orrore.
La donna uccisa nel Trapanese, Maria Anastasi, di 39 anni, madre di altri tre figli (di 16, 15 e 13 anni) e prossima a partorire il quarto, era scomparsa ieri pomeriggio e l’hanno trovata morta, parzialmente carbonizzata, nelle campagne di Trapani. Si era allontanato dall’auto in cui viaggiavano insieme e al suo ritorno “non l’ha trovata più” così racconta il marito agli inquirenti, i quali dichiarano di non credergli. Si parla di ennesima lite per la presenza dell’amante che l’uomo aveva imposto alla famiglia. Ma se fosse vero che cosa autorizza un uomo in questo paese a pensare che ha il diritto e la forza di comportarsi come vuole, come un talebano con il suo arbitrio totale e tollerato dalla sua comunità e dallo Stato?
Forse il fatto che assiste da sempre a comportamenti simili al suo senza che nessuno faccia niente e quindi a essere “strano” sia il comportamento di una donna che non sopporta queste violenze e prevaricazioni quotidiane e che per questo debba essere punita fino alla morte insieme al figlio che sta per nascere?
E’ questo che produce l’escalation a cui assistiamo annichilite tutti i giorni?
Perché “non c'è dubbio, è una escalation”, così dicevamo all’inizio di questo terribile anno e ancora dicevamo “è allarme sociale”.
Come sempre, non ci siamo limitate a denunciare.
Abbiamo scritto, già dall’inizio del 2012, alla Ministra Fornero, manifestando la nostra forte preoccupazione e richiedendo un incontro urgente per esporre le nostre proposte per contrastare e prevenire il massacro a cui assistiamo da tempo. Perché si possono fare molte cose per fermarlo.
La ministra Fornero che è anche ministra delle pari opportunità e ha la delega per coordinare le politiche contro la violenza maschile non ha mai risposto. Come non ha mai detto nulla. L’assoluta indifferenza di questo ministro ( e per la verità di tutto il Governo, anche di chi firma Appelli contro il femminicidio) a intervenire sul massacro quotidiano di donne a cui stiamo assistendo da mesi non può che lasciarci esterrefatte.
Cosa ha a che vedere un simile atteggiamento da parte di “tecnici europei” con tutte le politiche e le raccomandazioni europee contro la violenza alle donne? L’Europa serve solo per le pensioni e la “riforma del mercato del lavoro”. Sempre per togliere e mai per dare? Dobbiamo prendere atto che ignorare il femminicidio sia sintomo di incapacità ad assolvere il proprio ruolo istituzionale?
Abbiamo proposto a donne di altre associazioni che condividono l’importanza di contrastare e prevenire la violenza e il femminicidio di lavorare insieme per convincere forze politiche e istituzionali a difendere il diritto alla vita e all’integrità delle donne. Ricordiamo che siamo cittadine di questo stato, ma questo stato mostra livelli di complicità con uomini violenti inaccettabili come ha denunciato anche la rapporteur dell’ONU Rashida Manjoo.
http://unionedonne.altervista.org/index.php/comunicati/2012/585-una-convenzione-che-contrasti-la-violenza-maschile.html
Non ci siamo accontentate di aspettare una risposta che non arriva, in molte regioni d’Italia le nostre sedi promuovono azioni forti “Stop Femminicidio”, come a Roma per quattro mesi, ogni lunedì, siamo state anche, con le “Donne sul Ponte”, promotrici e partecipi di azioni-lampo di sensibilizzazione delle cittadine e dei cittadini romani.
Uomini e donne capiscono e rispondono ma non risponde il governo. Perchè?
Non possiamo più aspettare. E’ un grave allarme sociale ma chi nelle istituzioni è davvero deciso a fermare il massacro?
UDI - Unione Donne in Italia
Roma, 6 Luglio 2012
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